sabato 9 maggio 2009

Nella comunicazione le buone intenzioni non bastano

Durante una consulenza, un cliente mi disse: “Io mi sforzo di andare d’accordo con il mio capo, ma lui mi odia!”. L’uomo si sfogò parlandomi delle sue disavventure professionali. Ciò che mi colpì profondamente di quell’incontro furono le migliori intenzioni che aveva il mio cliente per migliorare la sua condizione lavorativa, ma per quanti sforzi potesse fare la situazione non faceva altro che peggiorare. C’era, dunque, un vero problema di comunicazione.
Da questo esempio possiamo ricavare quella che è sicuramente la prima regola per ottenere una comunicazione efficace:

IL SIGNIFICATO DI OGNI COMUNICAZIONE STA NELLA REAZIONE CHE SUSCITA (FEEDBACK), NON NELLE INTENZIONI

Effettivamente, le intenzioni del mio cliente erano ottime, ma non erano recepite allo stesso modo dal suo superiore; era come se i due parlassero due lingue diverse. Abbiamo lavorato per qualche ora sul suo modo di comunicare, poi non l’ho più rivisto. Dopo circa due mesi mi arrivò una sua telefonata in cui, oltre che ringraziarmi, mi disse che il rapporto con il suo capo era migliorato decisamente e che la sua situazione lavorativa stava prendendo una piega positiva.
La maggior parte delle persone è convinta di conoscere il significato della propria comunicazione e se qualcun altro non la capisce si è portati a dare loro la colpa. Se, invece, siete convinti che il significato della vostra comunicazione sta nella risposta che ottenete, non potete in alcun modo addossare la colpa agli altri.
Se cercate di fare un complimento a qualcuno e lui si sente insultato, il significato della vostra comunicazione è un insulto. Se dite che si sente insultato perché non vi ha capito, questa non è altro che una giustificazione della vostra incapacità di comunicare. Rimane il fatto che la comunicazione in sé è stata un insulto.
Se desideriamo migliorare il nostro livello di comunicazione è, quindi, necessario apprendere tecniche avanzate di osservazione e di interazione che ci permettano di valutare esattamente l’effetto che provochiamo nel nostro ascoltatore.
La Pentacomunicazione® (dal greco pénte “cinque”) si basa sullo studio di cinque fondamentali dimensioni comunicative e psicologiche che vi permetteranno di ottenere un incremento della qualità relazionale nel vostro lavoro, nella vita sociale ed affettiva. Queste cinque dimensioni prendono il nome di “Cinque C” dalle iniziali delle singole parole. Esse sono: comprensione, chiarezza, cortesia, coraggio, coscienza.
La massima comprensione è quella empatica. Empatia deriva dal greco empatheia e significa «sentirsi dentro». L’empatia è una forma di sensibilità; una persona empatica «sente l’altro», si immedesima nell’altra persona fino a coglierne i pensieri e gli stati d’animo.
Per chiarezza si intende essere ordinati in ciò che si dice e usare un linguaggio semplice che si adatti al vostro interlocutore.
La terza caratteristica di una comunicazione efficace: la cortesia. Essa consiste del rispetto delle forme di educazione altrui senza scadere nel conformismo o nel formalismo.
La quarta dimensione comunicativa è rappresentata dal coraggio. La massima espressione di coraggio è l’assertività. Essere assertivi vuol dire avere forza, carisma e determinazione, senza però essere autoritari, minacciosi o arroganti. Infine, l’ultima dimensione comunicativa è rappresentata dalla coscienza; ovvero la vostra forza morale, la vostra correttezza ed onestà.

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